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sabato 8 novembre 2008

Comunicato stampa "scuole pubbliche all'asta"

Genitori, bambini, studenti e docenti venerdì 7 novembre hanno simbolicamente messo all’asta le proprie scuole dall’ ITIS “A. Volta” al Liceo Classico “G.D’Annunzio” dall’IPPSAR “De Cecco” al Liceo “Galileo Galilei” passando per il Liceo “G. Marconi” , l’Istituto d’Arte “V. Bellissario”, fino al Liceo Artistico “G. Misticoni” per denunciare i tentativi del Governo Berlusconi di distruggere il sistema pubblico dell’istruzione dalle materne all’università .
Ogni istituto ha messo in mostra il meglio della propria scuola ed indirizzo, dal fantastico e ricchissimo buffet allestito dai ragazzi dell’Alberghiero “DE Cecco” con tartine, frutta e dolcetti offerti alla cittadinanza, passando per i reperti informatici degli studenti dell’ITIS “Volta” per giungere al minilaboratorio a colpi di bolle di sapone del Liceo “Galilei”, per poi continuare con la mostra organizzata dai ragazzi del Liceo Artistico coadiuvati dai fotografi dell’Istituto d’Arte accompagnati dai Rapper anti-Gelmini, financhè ai filosofi ed i narratori greci messi in scena dal Liceo Classico, e quindi un giro tra le lingue del mondo con le studentesse del Liceo lingusistico “Marconi”. Ragazzi e raggazze facevano a gara nell’animare i molti bambini accorsi insieme ai loro genitori, tanta musica e tante caricature, slogan contro la riforma Gelmini ed il governo Berlusconi a cominciare dal “Noi la crisi non la paghiamo”.
La lotta paga: nonostante l’approvazione del decreto-legge 137 (riforma gelmini) la mobilitazione degli studenti di tutta italia continua a produrre ulteriori effetti, il governo fa passi indietro. In Italia è in pericolo il diritto all’istruzione e alla formazione riconosciuti dalla Costituzione. È in pericolo il nostro futuro e quello di un intero paese: d’ora in avanti chi non avrà il denaro necessario sarà escluso dal sistema scolastico ed universitario, e dovrà accontentarsi di un’istruzione di serie B, e sarà indirizzato verso la formazione professionale. L’accesso all’università privatizzata sarà inoltre precluso a decine di migliaia di giovani studenti.
È un ritorno al passato.
Da cittadini consapevoli a sudditi: è questo l’effetto delle riforme e dei provvedimenti su scuola ed università voluti dal Governo Berlusconi. Abbiamo fame di cultura, di formazione e vogliamo partecipare e decidere su scuola ed università: abbiamo tante idee e richieste. Non siamo noi a difendere sprechi, baronie e privilegi: il vero cambiamento deve partire dal basso!
La crisi economica non può essere sempre pagata dalle famiglie, dagli studenti e dagli insegnati. Questa volta la crisi deve essere pagata da chi l’ha provocata: banchieri e politici compiacenti che hanno privatizzato tutto e promosso le politiche neoliberiste negli ultimi 20 anni. I soldi ci sono! Il governo Berlusconi dia il buon esempio dimezzando lo stipendio dei Parlamentari e dei Manager delle grandi imprese pubbliche e private.
Info Stampa: 333 17 64 522, 340 56 81 760
Pescara, lì 7 Novembre 2008

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